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mercoledì 4 giugno 2014

Precarietà

Sono lì al parco, gioco a palla con mio figlio mentre intento una conversazione con altre mamme. Programmo mentalmente il giorno dopo che inizia il corso in piscina per gestanti e sono felice.
La cena è già decisa e in lontananza si vedono dei nuvoloni che non promettono nulla di buono.
Guardo il telefono per vedere che ora si è fatta, una chiamata persa: "Mami"
"ecco dovevo giusto chiamarla!"
La richiami subito, la senti affaticata e le uniche parole che capisci sono papà, ambulanza, ospedale, sto arrivando da te per la macchina
Ok, corro a casa. Non voglio ma ci penso, alla parola con la "I".
Lei arriva, smollo al volo il pupo alla zia di papiL, prendo la macchina, carico mia mamma e chiamo papiL, per dirgli quel niente che sappiamo.
Entriamo al pronto soccorso, mio fratello è lì, spaventato e solo. Vorrei abbracciarlo ma ci facciamo raccontare cosa è successo. Mia mamma entra, in un'altra sala d'attesa ma non le dicono nulla. Noi aspettiamo. 
Scoppia il temporale.
Aspetti un'ora, due. 
Poi torna la mamma. dice che è sveglio e parla e lo è sempre stato. 
Ok buone notizie. Se fosse un "I" non sarebbe nemmeno sveglio.


Torno a casa con mio fratello per prendere il necessario per il ricovero.
Vorrei andare a casa, cenare coi miei uomini, chiamare mia mamma e dirle "mami domani ho piscina, poi a pranzo vengo da voi, va bene?!" 
Ma non si può.
Torniamo all'ospedale, terapia intensiva. Entro prima io con mia mamma.
Eccolo lì, in quella stanzetta centrale, in un letto troppo piccolo per lui che è alto 2 metri.
Il mio papà. 
E vorrei stringerlo ma troppi fii e tubicini escono dalle coperte.
E la noto subito, la bocca un po' cadente da una parte. Ma parla, non si sa mai cosa dire in quelle situazione. Ma lui fa battute, minimizza la cosa. mi chiede del pistolino.
è stanco e provato. 
E ti senti inutile, vorresti essere magico, un dio, qualsiasi cosa e cambiare le cose, tornare al parco a giocare a palla.

Gli hanno diagnosticato un ischemia leggera, terapia intensiva per almeno 48 ore, esami, tac, poi si vedrà.

E mi sento impotente, triste, scossa, stanca.
Vedo mia mamma, una roccia.
Faccio pensieri negativi, e ho paura. Penso che la vita è proprio precaria, siamo appesi a una filo. Non serve che programmi cose, arriva la vita a rimescolarti le carte senza che tu le abbia dato il permesso.

PapiL mi rassicura, che è una buona cosa che parla, che è sempre stato sveglio. Ma lo spavento è stato tanto.

è difficile parlarne, allora lo scrivo.

Stamatina Matti è venuto nel lettone, qualche minuto di coccole insieme. Gli ho fatto mille carezze. 
Gli ho detto che il nonnoT è un po' malato, ma appena starà meglio lo andiamo a trovare.
Lui mi chiede "ha la febbbbbe?!"
"No, ha un po' di mal di testa"
"aaaaahh, io no!!"

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